I buoni pasto nella pubblica amministrazione nel 2021, 2022 ed anni seguenti, rappresentano un titolo avente un certo valore che le aziende consegnano ai propri dipendenti a titolo di servizio sostitutivo di mensa. Il relativo importo del buono pasto viene stabilito dalle rispettive aziende. I buoni pasto (o buoni pranzo) può essere erogato al dipendente in una duplice modalità.
Pertanto, esiste il buono pasto cartaceo (costituito da un carnet composto da matrice e buono) oppure elettronico. Le aziende (o gli enti pubblici) possono chiedere l’emissione dei buoni pasto, per i propri dipendenti, a delle apposite aziende. Di conseguenza, i dipendenti possono utilizzare tali ticket restaurant presso esercizi commerciali convenzionati.
Questi ultimi esercizi, ai fini del rimborso, si rivolgono, proprio alle predette ditte che emettono i buoni pasto. Vogliamo sottolineare che i ticket buoni pasto consentono al datore di lavoro di riconoscere servizi di ristoro ai propri dipendenti. Questa soluzione permette, quindi, al datore di lavoro, che non dispone di mensa aziendale, di riconoscere, lo stesso, un diritto di ristoro al lavoratore.
Questi documenti, elettronici o cartacei, danno, al lavoratore, il diritto di ottenere, la somministrazione di bevande, alimenti e prodotti alimentari vari per un importo corrispondente al valore del buono. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 225 del 19 Luglio 2013 ha stabilito che i buoni pasto rappresentano una sorta di rimborso forfetario. Un rimborso al dipendente che deve consumare pranzo per la permanenza in servizio oltre una certa ora.
Buoni pasto (o buoni pranzo) nella pubblica amministrazione: come utilizzarli
I buoni pasto (o buoni pranzo) hanno un utilizzo “a destinazione vincolata“. Cioè devono essere utilizzati solo, dal dipendente, per l’esclusivo acquisto di alimenti e bevande. Possono essere, scambiati, quindi, presso esercizi convenzionati e legittimati ad esercitare la somministrazione di alimenti e bevande. Sono, per esempio, i supermercati, ristoranti, self-service, agriturismi, bar, ecc.
E’ importante sottolineare che i buoni pasto sono utilizzabili per l’intero loro valore. Non è prevista la restituzione di somme qualora si spende una cifra inferiore al valore del buono pasto. Facciamo un esempio. Se il buono ha il valore di € 10 e si consumano alimenti per € 8, non è possibile pretendere il resto di € 2. Inoltre, non non è neanche possibile utilizzare l’eventuale residuo (in tal caso i due euro) per altre occasioni.
Il valore massimo non tassabile del buono pasto per i dipendenti pubblici e privati
Sulla materia vi sono state diverse pronunce. Partiamo con segnalare quanto previsto dall”art. 5 del D. L. n. 95/2012, convertito dalla Legge n. 135/2012. Questa norma ha previsto un limite massimo di 7 Euro per i buoni pasti emessi dalle pubbliche amministrazioni. Da porre in evidenza, tra l’altro, che tale normativa è stata, in un certo senso, ratificata anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 225 del 2013.
Su tale fattispecie dei buoni pasto (detti anche buoni pranzo) si è anche pronunciata la Legge n. 160/2019, art. 1, comma 677. Tale norma, ha modificato l’art. 51, comma 2 del TUIR. La modifica ha rideterminato i limiti “non tassabili” dei buoni pasto. Questo è quanto disposto dalla norma.
- “Non concorrono a formare il reddito: le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro nonché quelle in mense organizzate dal datore di lavoro o gestite da terzi; le prestazioni sostitutive delle somministrazioni di vitto fino all’importo complessivo giornaliero di euro 4, aumentato ad Euro 8 nel caso in cui le stesse siano rese in forma elettronica; le indennità sostitutive delle somministrazioni di vitto corrisposte agli addetti ai cantieri edili, ad altre strutture lavorative a carattere temporaneo o ad unita’ produttive ubicate in zone dove manchino strutture o servizi di ristorazione fino all’importo complessivo giornaliero di euro 5,29.
I nuovi limiti di “non tassabilità” dei buoni pasto approvati dalla Legge n. 160/2019 valgono anche per i dipendenti pubblici ?
A primo impatto, la predetta disposizione sembrerebbe estendere l’applicazione anche ai dipendenti pubblici. Ciò in quanto, nel caso contrario, si potrebbe creare una ingiustificata differenza tra il dipendente pubblico e quello privato. Però, sulla materia, è intervenuta la Corte dei Conti (Sezione regionale di controllo per la Toscana). La Corte si è pronunciata sulla scorta di una richiesta effettuata dal Presidente della Provincia di Livorno.
Il Presidente ha chiesto se quanto previsto dall’art. 1, comma 677 della Legge n. 160/2019 (sopra indicato) fosse applicabile anche ai dipendenti della Provincia di Livorno. La Corte dei Conti toscana, sulla materia, ha stabilito che per i dipendenti della Provincia Regionale non possono essere applicati i limiti previsti dall’art. 1, comma 677 della Legge n. 160/2019.
Per tali dipendenti, dispone la Corte dei Conti, continua ad essere applicabile il limite di 7 € previsto dal D.L. n. 95/2012 nell’ambito della “Spending Review”. Pertanto, fino ad un limite di valore di € 7, il dipendente pubblico non subisce alcuna trattenuta in busta paga a titolo di tassazione. Il buono pasto è un diritto del dipendente pubblico e privato. Si acquisisce tale diritto quando il dipendente presta un certo numero di ore lavorative.
Questo diritto potrebbe anche essere consolidato all’interno della contrattazioni sindacali. Proseguiamo con la trattazione dell’argomento del presente articolo è cioè “Buoni pasto (o pranzo) nella pubblica amministrazione 2021 – 2022“.

Buoni pasto nella pubblica amministrazione 2021 – 2022: la tendenza all’utilizzo per fare la spesa
Questa redazione ritiene che i buoni pasto, forniti dall’azienda al personale dipendente, non possono essere utilizzati per fare la spesa settimanale per la famiglia. Ciò per salvaguardare il concetto principale posto a base del buono pasto. Infatti, il buono pasto ha la funzione sostitutiva della mensa aziendale garantendo un pasto al dipendente che presta servizio.
Pertanto, si ha ragione di ritenere che l’utilizzo del buono pasto per la spesa della famiglia svilisce il vero significato dato, dalla legge, al buono pasto. Inoltre, si pone in evidenza che ogni dipendente può utilizzare fino ad un massimo di otto buoni pasto per volta presso lo stesso esercizio commerciale. Altro punto fermo è costituito dal fatto che i buoni pasto sono personali e, quindi, attribuibili solo al singolo dipendente.
Pertanto, per nessun motivo possono essere ceduti ad altri colleghi oppure a familiari. Di conseguenza, bisogna fare molta attenzione ad utilizzare con correttezza i buoni pasto al fine di evitare spiacevoli contenziosi con il proprio datore di lavoro. Il buono pasto deve essere utilizzato dal dipendente pubblico in conformità agli obiettivi per i quali è stato costituito. Il buono pasto nasce con lo scopo di dare il giusto ristoro quotidiano al dipendente.
Buoni pasto nella pubblica amministrazione 2021 2022: Chi ha diritto
Secondo quanto previsto dal Decreto Interministeriale 7 giugno 2017, n. 122, art. 4, comma 1, lettera “c”, hanno diritto al buono pasto tutti i lavoratori subordinati, sia a tempo pieno che parziale (part-time), anche qualora l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pasto. Hanno anche diritto al buono pasto tutti coloro che hanno, con le aziende, un rapporto di collaborazione “non subordinato” (cosiddetti a progetto). Rimangono esclusi dai buoni pasto le giornate non lavorative (per esempio quelle di ferie).
Chi lavora in smart working ha diritto ai buoni pasto ?
A dire il vero, non c’è una precisa disposizione normativa che garantisce ai lavoratori in smart working il diritto sui rimborsi spese e buoni pasto. E’ innegabile, però, che chi lavora in smart working può contare sua più agevole organizzazione della giornata lavorativa. Per esempio, non doversi spostare da casa verso il luogo di lavoro, magari affrontando problemi sul traffico (soprattutto nelle grosse città).
E chiaro che il lavoratore agile può anche avere dei disagi che possono essere rappresentati dal consumo di luce, acquisto di telecamera, spese per connessioni ad internet, ecc. Riguardo i buoni pasto (o pranzo) bisogna sottolineare che non esiste alcuna legge che li assegna anche agli smart worker. Tutto ciò anche se la Legge n. 81/2017 prevede che lavoratore in smart working deve avere “un trattamento economico e normativo non inferiore a quello del lavoratore che svolge la medesima mansione in azienda“.
Ad avvalorare tale concetto è anche intervenuta una sentenza del Tribunale di Venezia. Tale tribunale ha stabilito che il lavoratore agile non ha diritto ai buoni pasto. Da ciò ne consegue che, per il Tribunale di Venezia, il mancato riconoscimento del buono pasto per i lavoratori in smart working non è associabile alla esigenza di parità di trattamento tra i dipendenti stabilità dalla Legge n. 81/2017, art. 20. I contratti collettivi di lavoro, comunque, possono anche prevedere il diritto ai buoni pasto anche a chi svolge lavoro agile.
Quanti buoni pasto si possono spendere in contemporanea
I buoni pasto (o pranzo) si possono spendere anche in forma cumulata. Cumulare i buoni pasto significa utilizzarne più di uno insieme. La legge stabilisce, a tale riguardo, un limite ben preciso. Il limite è fissato in 8 buoni pasto per ogni acquisto. Un altro limite, di cui abbiamo anche parlato in un altro paragrafo, è il divieto di cederli ad altri. Questa regola vale anche per i familiari del lavoratore. Inoltre, il buono non si può convertire in denaro. Non si può neanche chiedere il resto, in soldi, se la spesa è inferiore al valore del buono.
I suggerimenti della redazione di TributiComunali.it
In questo articolo abbiamo approfondito l’argomento “Buoni pasto (detti anche buoni pranzo) nella pubblica amministrazione 2021 – 2022“. Qui sotto, invece, vi indichiamo alcuni link che rimandano ad importanti articoli del nostro blog. Vi consigliamo di leggere questi articoli in quanto molto importanti ed interessanti.
- Incentivi al personale in servizio presso l’ufficio tributi.
- I pagamenti per la mensa scolastica comunale.
- Il diritto di abitazione per la normativa IMU – TASI. Tre aspetti principale sulla materia.
- Prescrizione sull’accertamento IMU anno 2014.
- Agevolazione abitazione principale IMU forze dell’ordine. Leggi l’articolo.
- I particolari sul reddito di cittadinanza.
- Rinnovo contratto di lavoro enti locali.
- APP IO, come funziona?