Molti di voi si saranno chiesti se su un immobile disabitato (casa non abitata) si paga la Tassa Rifiuti. E’, questo un argomento molto dibattuto e, spesso, i contribuenti si ritrovano ad avere vari contenziosi con i Comuni su tale casistica. L’ultima norma sulla Tassa Rifiuti (detta comunemente TARI, proprio acronimo di Tassa Rifiuti) risale al 2014. La normativa che “resettò” tutte quelle precedenti e che abolì la vecchia TARES (Tassa Rifiuti e Servizi) è stata la n. 147 del 27 Dicembre 2013.
Detta legge, in effetti, prevede che la TARI è dovuta da tutti coloro che possiedono o detengono, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte, adibiti a qualsiasi uso e potenzialmente suscettibili di produrre rifiuti. Chiaramente, la norma va interpretata nel senso più logico e ragionevole. E’ giusto che la norma venga posta in certi termini in modo da individuare le tipologie di immobili che possono essere suscettibili di tassazione.
Tutti i casi, però, vanno valutati ed analizzati al fine di arrivare ad inserire negli effettivi ruoli Tassa Rifiuti gli immobili ed i soggetti passivi che hanno titolo per pagare. Di conseguenza, dovrà pagare il tributo TARI chi usufruisce del servizio di raccolta. E’ fuor di dubbio, pertanto, che sarà tenuto ad pagamento della bolletta Tassa Rifiuti sia l’utente ordinario che vive tutto l’anno in un’abitazione sia quello che utilizza l’immobile per una parte dell’anno.
Quest’ultimo caso può essere assimilato, per esempio, al cittadino che risiede a Milano ma che ha un’abitazione a Rimini che utilizza per casa vacanze (quindi non abitata tutto l’anno). In tale caso la tassa da corrispondere sarà commisurata al fatto che l’abitazione non è occupata per tutto l’anno ma per una sola parte. I Comuni, nel regolamento, disciplineranno le varie modalità sul tributo da pagare.
Quali possono essere i casi in cui la Tassa Rifiuti (TARI) non si paga
Andiamo a vedere quando la Tassa Rifiuti non si paga. La condizione che più aiuta un contribuente a non pagare la Tassa Rifiuti è quando non si hanno gli allacci acqua, energia elettrica e fognatura. Ma perché non si paga la Tassa Rifiuti quando l’abitazione non ha allacci di acqua, luce o fognatura ? E’ presto detto. I servizi di acqua, energia elettrica e fognatura sono di primaria importanza.
Pertanto, l’assenza anche di uno solo di essi, rappresenta una chiara evidenza che l’abitazione non è abitabile. Tale condizione di inabitabilità/inagibilità (verificabile dagli uffici tecnici comunali) diventa fondamentale per acquisire il diritto a non essere iscritto nei ruoli Tassa Rifiuti.
Ma, del resto, tale condizione conferma che una casa “non abitabile” per l’assenza dei servizi primari, non può utilizzare il servizio di smaltimento rifiuti. E’ di tutta evidenza che la condizione necessaria per essere titolare a pagare la Tassa Rifiuti è l’utilizzo del servizio di raccolta rifiuti. Se la casa non è abitata, e ciò è confermato dall’assenza di allacci acqua, fognatura e luce, non può essere suscettibile di produrre rifiuti.
Nel caso in cui, il Comune, per errore, vi inserisce nel ruolo rifiuti, basta presentare un ricorso in autotutela. Cliccando sul seguente link potete leggere un articolo molto dettagliato sul ricorso in autotutela. Detto ricorso vi consentirà di chiedere al Comune la revisione della pratica ed il conseguente annullamento della tassazione.
Nella lettera bisognerà chiarire che l’abitazione è sprovvista di acqua, luce e fognatura e che, pertanto, non può essere soggetta a Tassa Rifiuti. Il Comune, ricevuta l’istanza, avvierà tutte le verifiche del caso e se riterrà di effettuare un sopralluogo (eventualmente, può anche farlo). Per avere la certezza dell’annullamento della tassazione, occorrerà ricevere la comunicazione dell’ufficio preposto.
Le verifiche di inserimento nei ruoli acqua ed energia elettrica
L’ente, può già verificare la presenza (o meno) dell’abitazione nel ruolo canone acqua considerato che è soggetto gestore del servizio (in proprio o a mezzo concessionari o ditte esterne). Molti enti sono anche nelle condizioni di verificare i ruoli enel in quanto detti ruoli sono presenti nella piattaforma SIATEL PuntoFisco (ammesso che la fornitura del catasto elettrico sia aggiornata all’anno in corso).
Se i dati enel non sono stati ancora aggiornati sul SIATEL (a cui i Comuni hanno accesso per motivi istituzionali), gli enti possono chiedere informazioni presso gli uffici amministrativi del gestore dell’energia elettrica. Ultimate tutte le verifiche, gli enti possono trarre le conclusioni del caso ed, eventualmente, annullare la bolletta Tassa Rifiuti.
L’esenzione Tassa Rifiuti per ristrutturazione dei locali
La tassa non è dovuta (o comunque, deve essere sospesa) nel caso in cui sull’immobile viene iniziata una ristrutturazione edilizia. Anche questo caso costituisce un elemento evidente di “non tassabilità” dell’abitazione. Spesso il contribuente dimentica di chiedere la sospensione della Tassa Rifiuti nel caso di avvio di pratiche di ristrutturazione edilizia del fabbricato.
Bisogna, quindi, essere molti attenti e chiedere la sospensione dell’applicazione della Tassa Rifiuti presso l’ufficio tributi. E’ pur vero che per ristrutturare un immobile bisogna aprire delle pratiche presso gli uffici tecnici dei Comuni (mediante SCIA, DIA, CILA, ecc..). Ma è anche vero che, spesso, i dati degli uffici tecnici non si interfacciano con quelli degli uffici tributi. Di conseguenza, è sempre consigliato chiedere la sospensione dell’applicazione della Tassa Rifiuti, direttamente presso gli uffici TARI (o tributi).
Il bonus tassa rifiuti per le famiglie bisognose
Nel 2020 lo stato italiano ha introdotto il bonus tassa rifiuti (detto anche bonus TARI) per le famiglie bisognose mo con nucleo familiare numeroso. Si tratta di una sorta di sconto che verrà applicato ai nuclei familiari che hanno i seguenti requisiti.
- Reddito ISEE fino ad Euro 8.265,00.
- Reddito fino ad Euro 20.000 per i nuclei familiari con almeno 4 componenti.
- Nuclei familiari che hanno, nel loro interno, un componente con malattia grave obbligato ad utilizzare particolari macchinari salva-vita.
- Famiglie che già percepiscono il reddito o pensione di cittadinanza.
Per avere una informazione puntuale e molto dettagliata sull’argomento bonus tassa rifiuti, vi invitiamo a leggere un nostro importante articolo cliccando sul seguente link: bonus tassa rifiuti.
I casi di assenza di mobili nell’abitazione
La Tassa Rifiuti non si paga anche quando l’abitazione è sprovvista di mobili. O meglio, molti Comuni possono fare affidamento su questo aspetto per esentare l’immobile dal pagamento. Per i Comuni, vi è la possibilità di inserire tale casistica nelle “esenzioni” previste nell’apposito regolamento Tassa Rifiuti (TARI).
L’esenzione dal pagamento della Tassa Rifiuti per assenza di mobilio può essere accostata con quanto previsto dal comma 642 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147. Tale comma, infatti, dispone che i locali, per essere tassati ai fini TARI, devono essere “suscettibili di produrre rifiuti urbani“. E’ chiaro che un’abitazione senza mobili non può essere abitata. Anche questa è un’evenienza che può essere tranquillamente verificato dal Comune con apposito “sopralluogo”.
Quando si paga di meno sulla Tassa Rifiuti. Le riduzioni
Il comma 659 della Legge n. 147/2013 da la possibilità ai Comuni di prevedere svariate riduzioni sulla Tassa Rifiuti. A tal proposito, gli enti devono prevedere dette riduzioni sulla Tassa Rifiuti in un apposito regolamento da adottare ai sensi del Decreto Legislativo n. 446/1997. Consigliamo assolutamente di consultare sempre i regolamenti comunali sulla Tassa Rifiuti in merito alle esenzioni e riduzioni.
Infatti, chi non ne viene a conoscenza può rischiare di pagare delle somme in più rispetto a quelle dovute. E’, infatti, possibile che esenzioni o riduzioni possono essere prese in considerazioni solo su istanza del contribuente. Vi invitiamo a leggere un importantissimo articolo sulle riduzioni Tassa Rifiuti cliccando sul seguente link. Riduzioni Tassa Rifiuti
Importante ! TARI dovuta fino ad un massimo del 20 o 40%. Scopri quando
E’ certamente importante capire quando non si paga la Tassa Rifiuti. Ma, allo stesso tempo, è fondamentale capire quando può essere pagata nella misura massima del 20 o 40%. A stabilirlo sono i commi 656 e 657 della Legge 147 del 27 Dicembre 2013. Iniziamo con la prima casistica disposta dal comma 656.
In base al predetto comma 656, la Tassa Rifiuti e’ dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa nel caso in cui si registri un mancato svolgimento del servizio di raccolta rifiuti. Allo stesso tempo detta sensibile riduzione viene riconosciuta anche nei casi di grave violazione della disciplina di riferimento, oppure di interruzione del servizio per motivi sindacali.
La stessa riduzione va anche riconosciuta nei casi di “danno” o “pericolo di danno alle persone” o all’ambiente (riconosciuti dall’organo sanitario competente) a seguito di imprevedibili impedimenti organizzativi. Riguardo la misura massima della predetta riduzione, saranno i Comuni a determinarne le rispettive aliquote.
Spetta, invece, una riduzione fino al 40% nei casi in cui il servizio non può essere garantito in una determinata zona del paese. Possono rientrare in questi casi, per esempio, abitazioni le cui strade di accesso sono di difficile accesso per i mezzi di racconta rifiuti. La percentuale di riduzione, in tali casi, può essere commisurata dalla distanza dal più vicino luogo di raccolta. Anche in tale caso, saranno i Comuni a stabilire le percentuali di riduzione.
Un’importante sentenza della Commissione Tributaria di Roma
Laddove la norma dimostra un minimo di incertezza, possono intervenire i giudici a risolvere delle intrigate matasse. La Commissione Tributaria di Roma, con sentenza n. 7001/2014 ha annullato un avviso di accertamento per omessa dichiarazione Tassa Rifiuti. La predetta commissione ha accolto le eccezioni del contribuente che ha dimostrato di non avere abitato l’immobile.
A parere dei giudici, pertanto, la Tassa Rifiuti non si paga quando una casa, in un determinato periodo d’imposta, non viene occupata (o abitata). Ovviamente, l’onere della prova rimane a carico del contribuente il quale può anche dimostrare di non avere occupato l’immobile anche se lo stesso sia fornito di mobili o sia allacciato alle utenze idriche, elettriche, gas o fognarie. L’utente, per esempio, potrebbe dimostrare ai giudici le sue ragioni se riesce a provare, anche in presenze delle sopra indicate utenze idriche, elettriche o gas, di non avere consumato alcun metro cubo di acqua (o gas) oppure alcun chilowatt di luce.
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Con il presente articolo abbiamo trattato il seguente argomento: tassa rifiuti quando non si paga. Un articolo molto importante che spiega quando non è dovuta la tassa rifiuti su un’abitazione (casa non abitata, inagibile, senza utenze, ecc..). Qui sotto indichiamo un serie di altri importanti articoli correlati da leggere.
- Bonus Tassa Rifiuti 2020.
- Riduzioni Tassa Rifiuti per le seconde case (per esempio case per vacanza).
- TARI: chi è fuori per studio o lavoro può avere riduzioni.
- Le importanti riduzioni sulla Tassa Rifiuti che non conosci.
- Il ricorso sull’accertamento Tassa Rifiuti.
- Riduzioni TARI per chi usa la compostiera.
- Codice tributo 3944. E’ quello utilizzato per il pagamento TARI.
- Casa non abitata tutto l’anno (per esempio casa vacanza) – riduzione TARI.
- Il bonus idrico (o bonus acqua) per le famiglie bisognose.
- Come non pagare la TARI: i casi di esenzione.
ho letto con attenzione tutte le possibilità x fare un ricorso ma vorrei essere contattata tassa rifiuti chiedo aiuto
Esponga, con altro commento, il suo effettivo problema e le forniremo il nostro parere.
Buongiorno. nonostante abbia chiesto di essere dispensato dal pagamento della tari in quanto l’immobile risulta privo di qualsiasi utenza, mobili e suppellettili, mi è stato rigettata in quanto risulta essere residente un solo componente della famiglia. Il detto componente però è emigrato in Germania per motivi di lavoro dal 2018 e, pur mantenendo la residenza anagrafica in Italia, è di fatto domiciliato in Germania.
Purtroppo il fatto di avere la residenza anagrafica in Italia presuppone che ci sia un’abitazione di appoggio. Non può esservi una residenza senza un’abitazione. Se fosse stato al contrario (e cioè residenza effettiva in Germania e residenza AIRE in Italia) sarebbe stato senz’altro diverso. Il fatto di non avere le utenze è certamente un elemento a vantaggio ma la residenza anagrafica in una casa italiana non mette l’ente nelle condizioni di esentarla dalla Tassa Rifiuti (TARI). Se non è strettamente necessario, le consiglio di portarsi la residenza effettiva in Germania. Da quel momento ha pieni diritti di non essere inserito nei ruoli TARI. Se un giorno il pagamento della TARI sarà, per tutta Italia, utilizzando il sistema cosiddetto “puntuale” cioè “a peso” in base alla spazzatura prodotta, allora non pagherà neanche se manterrà la residenza italiana. Ma ancora, purtroppo, sono pochi i Comuni italiani che adottano il sistema “puntuale”.
Buongiorno a tutto lo staff, la mia domanda è la seguente: a breve il mio negozio sarà sfitto ed ho fatto già provvedere a chiudere l’utenza della corrente. Vorrei sapere se devo pagare la TARI dalla data di cessazione contratto di affitto o se ci sono informazioni da sapere per non pagarla totalmente, grazie
Dovrebbe verificare il regolamento comunale sulla TARI. Vari enti danno la possibilità di cessare la TARI staccando le utenze acqua e luce. Ma questa non è una condizione uguale per tutti i Comuni.
La situazione è la seguente:Sono proprietario di un immobile inabitato, privo di arredi e di allacci alle utenze domestiche. Nel 2013 ho fatto istanza di cessazione per decesso del proprietario e per i motivi di cui sopra. A giugno 2022 Il Comune di Roma mi ha inviato avviso di accertamento per mancato pagamento TA.RI. anni 2017/2018/2019/2020/2021. Di conseguenza, ho inoltrato istanza in autotutela inviando la documentazione comprovante la situazione tuttora in essere. In risposta il Comune, mi ha inviato un annullamento del provvedimento per l’anno 2017, e la conferma del pagamento per il 2018/2019/2020/2021. Al telefono, l’impiegata mi dice che sono tenuto a pagarla, perché i requisiti non sono sufficienti a dimostrare la non abitabilità e quindi la non produzione di rifiuti. A questo punto sarebbe mia intenzione chiedere un sopralluogo da parte del Comune per verificare e dichiarare la non abitabilità dell’immobile interessato e l’annullamento della richiesta. Gentilmente le chiedo un suo parere su questo e se, in caso di rifiuto, si potrebbe agire per ottenere l’annullamento della richiesta del Comune.
Le consiglio di verificare il regolamento comunale sulla TARI. Può vedere se riesce a scaricarlo online dal sito del Comune. Il regolamento prevede senz’altro i casi in cui la TARI non è dovuta. Per esempio, una parte rilevante dei Comuni italiani prevedono, come motivo di cessazione della TARI, il distacco delle utenze acqua e luce (o una di esse). Ci sono Comuni che condizionano la cessazione TARI all’assenza di mobilio nell’abitazione. Pertanto, verifichi tutto ciò e, contestualmente, si accerti se, per esempio, se l’utenza acqua è ancora attiva sull’abitazione.