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Accertamento TASI 2014: come difendersi

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Chi riceve un accertamento TASI 2014, 2015, 2016, 2017, 2018 o altri anni successivi, cerca di ragionare subito sul come difendersi. Intanto, l’accertamento TA.SI. (Tassa Sui Servizi Indivisibili) è un normalissimo accertamento sui tributi locali comunali. Viene emesso dal Comune quando il contribuente non effettua il pagamento o lo effettua in maniera insufficiente.

Prima di pagare l’accertamento TASI 2014 (o anni successivi) bisogna verificare se, effettivamente, quello che chiede il Comune è corretto. Se avete un po di dimestichezza con i calcoli, potete fare voi stessi la verifica. Altrimenti potete rivolgervi ad un professionista o un CAF. Se volete provare a fare la verifica da soli vi spiego come fare.


Per ricavarsi l’importo corretto di TASI da pagare, bisogna partire dalla rendita catastale della vostra seconda casa. La rendita catastale è un valore numerico che viene esposto nella visura catastale. Pertanto, bisogna, prima di tutto recarsi presso la sede del catasto più vicina a voi per chiedere una visura catastale di tutti i vostri immobili (chiamasi visura per intestato).

Se siete pratici di internet, potete anche crearvi un account sul sito dell’agenzia delle entrate ed esattamente in “fisconline“. Per registrasi basta visitare la seguente pagina e cliccare su “registrazione a fisconline”; https://telematici.agenziaentrate.gov.it/Main/Registrati.jsp. Vi verranno chieste delle informazioni dopodichè potete accedere ad una serie di servizi tra cui quello dell’accesso ai dati catastali.

Ricavata la vostra visura catastale ed avendo rilevato la rendita catastale del vostro fabbricato, il primo passo è quello di crearsi la base imponibile del fabbricato. Esistono due fasi per calcolarsi la base imponibile. La prima è quella di incrementare la rendita del 5%. La seconda, invece, è quella di moltiplicare detto valore (cioè rendita + il suo 5%) per il moltiplicatore catastale. Il moltiplicatore catastale varia in funzione della tipologia di immobile. Qui appresso tutti i moltiplicatori catastali.

I moltiplicatori catastali

I moltiplicatori catastali sono dei coefficienti che variano in funzione della tipologia dell’immobile. Qui sotto indichiamo tutti i moltiplicatori in base ai vari immobili. Pertanto, per completare il calcolo IMU della base imponibile, occorre moltiplicare il valore indicato nel paragrafo precedente (cioè rendita catastale + il suo 5%) per i rispettivi moltiplicatori.

Il coefficiente è 160 per i seguenti immobili:

  • fabbricati di gruppo A (abitazioni), esclusa la categoria A/10 (uffici e studi privati);
  • i fabbricati di categoria C/2 (magazzini e locali di deposito);
  • C/6 (stalle, scuderie, rimesse ed autorimesse senza fini di lucro);
  • C/7 (tettoie).

Il coefficiente è 140 per i sotto notati fabbricati:

  • i fabbricati di categoria B (tra i quali case di cura senza fini di lucro e uffici pubblici);
  • C/4 (fabbricati e locali per esercizi sportivi senza fini di lucro);
  • C/5 stabilimenti balneari e di acque curative senza fini di lucro;
  • i fabbricati di categoria C/3 (laboratori per arti e mestieri).

Per gli immobili con categoria D/5 (cioè assicurazione o istituti di credito) e A/10, il relativo coefficiente è 80 mentre per quelli di categoria D (esclusi i D5) come per esempio sale cinematografiche o opifici, il coefficiente è 65.

Come difendersi dall’accertamento TASI 2014 e seguenti ricavandosi l’importo dovuto

Se avete seguito bene i due paragrafi precedenti, avete potuto intuire agevolmente come calcolare la base imponibile TASI. Dopo avere acquisto questo valore, è un gioco da ragazzi ricavarsi l’importo dovuto, ai fini TASI, per tutto l’anno. Infatti, a questo punto, bisogna solo calcolare la percentuale approvata dal Comune.

Facciamo un esempio: Se la base imponibile risulta essere 300.000 e l’aliquota approvata dal Comune è 1 per mille, la somma da pagare, per tutto l’anno è 300 Euro. Chiaramente detta somma va divisa tra acconto e saldo. A questo punto potete facilmente comparare l’importo che vi siete auto-calcolati con quello che il Comune ha inserito nell’accertamento TASI.

Se l’importo riportato nell’avviso di accertamento è maggiore rispetto a quello da voi calcolato, allora bisogna fare una contestazione al Comune che ha emesso l’atto. Basta, in questo caso, fare un semplice ricorso in autotutela. Per capire come funziona il ricorso in autotutela, basta leggere il nostro articolo dedicato all’argomento cliccando sul presente link. In tal caso potete senz’altro essere contenti di avere messo a frutto i suggerimenti di questo articolo: Accertamento TASI 2014: come difendersi.

Altri importanti particolari su come difendersi dall’accertamento TASI 2014

Per calcolarsi l’esatto importo TASI dovuto per l’anno d’imposta indicato, dal Comune nell’avviso, bisogna anche stare attenti a tre particolari.

  • Se trattasi di abitazione principale rientrante nelle categorie catastali A1 A8 A9 (per le quali la TASI è dovuta), bisogna verificare bene l’aliquota approvata dal Comune. Infatti, i Comuni possono determinare aliquote differenti in base alle tipologie immobiliari;
  • se per l’immobile interessato vi è un contratto di comodato gratuito, l’importo da pagare è la metà (cioè il 50% dell’importo totale). In tale caso vi suggeriamo di leggere il nostro articolo dedicato all’importante argomento del comodato gratuito ai fini IMU-TASI. Per leggerlo è sufficiente cliccare sul presente link;
  • nei casi di abitazioni date in locazione, la TASI va pagata sia dal proprietario che dall’inquilino. In tale caso bisogna verificare qual’è la percentuale che il Comune ha approvato per gli inquilini. Tale percentuale può variare dal 10 al 30 per cento. Il nostro articolo dedicato chiarisce molto bene questo argomento. Cliccate qui per leggerlo.

Pertanto, come difendersi dall’accertamento TASI 2014 (o annualità seguenti) sembra difficile ma, in effetti, non lo è. Infatti, se seguite, alla lettera, tutte le indicazioni che vi abbiamo dato in questo articolo, riuscirete a verificare correttamente se quanto richiesto dal Comune è giusto oppure no.

Per verificare le aliquote TASI approvate dal Comune, basta visitare il relativo sito dell’ente ed entrare nella sezione “delibere di consiglio comunale”. Se non riuscite a verificarle in quanto riscontrate difficoltà nella navigazione del portale, potete chiedere l’informazione direttamente agli uffici IMU – TASI per telefono. Trovate i numeri nella sezione “contatti” dei vari siti.

Non si paga più TASI dal 2020

Dal 1 Gennaio 2020, e, quindi anche per gli anni 2021 e seguenti, lo stato italiano ha eliminato la TASI dai tributi dovuti dal contribuente. Il gettito TASI, però, nella gran parte dei casi è stato assorbito dall’IMU. Un articolo molto dettagliato sull’argomento è stato pubblicato dalla nostra redazione nella seguente pagina: Nuova IMU 2020 unificata con la TASI.

Prescrizione TASI per l’avviso di accertamento 2014

Se oggi ricevete un accertamento 2014 è sicuramente prescritto. Infatti, per l’anno 2014, il Comune poteva inviare l’accertamento TASI entro dicembre 2019. L’anno 2014 è ancora riscuotibile tramite riscossione coattiva. Cioè, se era stato regolarmente notificato l’accertamento TASI entro il 2019, il Comune, nel caso di mancato pagamento, poteva ricorrere al metodo di riscossione forzata, detta coattiva. Verifica i casi di prescrizione cliccando sul seguente link: Prescrizione IMU – TASI.

I codici tributo per accertamenti TASI

I codici tributo utilizzati per i versamenti TASI da accertamenti (o ravvedimento operoso) sono i seguenti: codice tributo 3962 e codice tributo 3963. Il prima viene utilizzato per il pagamenti degli interessi TASI. Il secondo, invece, viene impiegato per il pagamento delle TA.SI. in regime di sanzione per ritardato o omesso versamento.

La redazione consiglia

In questo articolo abbiamo trattato il seguente argomento: Accertamento TASI 2014: come difendersi. Qui sotto vi indichiamo dei link a della pagine del nostro sito in cui vi sono articoli molto interessanti. Vi consigliamo di leggerli.

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